Coltivare la memoria per non ripetere il passato
Reading teatrale “Di ROSSO e di NERO”
Da sempre “Chi non ha memoria non ha futuro” è la frase che ci ha accompagnato nel ricordare Luca ed è proprio la parola “memoria” che dà un senso al nostro ritrovarci e dà un senso anche al nostro essere persone che scelgono di stare nel mondo in modo consapevole.
In una realtà sempre più accelerata, con una memoria sempre più a breve termine, avere coscienza che la memoria del passato è memoria per il futuro, diventa un principio decisivo. La sfida è di non abbandonarsi all’oblio: passato, presente, futuro sono strettamente intrecciati.
E’ quindi vitale oggi (re)imparare a ricordare perché in assenza di ciò, il cammino non solo personale ma soprattutto collettivo diventa un vagare senza meta. Non avere una memoria storica, dimenticare tutto troppo in fretta porta facilmente a ripetere all’infinito gli errori del passato
“La Storia insegna, ma purtroppo non ha scolari” scriveva Gramsci.
La memoria di un popolo che cosa è? E’ la coscienza della sua Storia, non solo declinata nei grandi eventi, ma anche nelle piccole storie individuali sconosciute ai più, significative per il loro profondo valore umano e personale. Il reading “Di ROSSO e dI NERO” , un intreccio di parole e musica, ne evoca alcune che fanno ben capire come il fascismo fosse violenza sin dall’inizio: una minoranza che si fa largo a colpi di manganello, ma anche di fucili e mitragliatrici nell’indifferenza dei più.
Il primo dopoguerra italiano è un periodo pieno di tensioni. Dal 1919 al 1922 gli episodi di violenza politica si susseguono in serie, passando dal cosiddetto biennio rosso a un vero biennio nero, il cui esito è poi la marcia su Roma dell’ottobre 1922. Il reading, che ripercorre la lunga scia di questi episodi, si apre con uno sguardo sulla Milano del 1919, una città che nel primo dopoguerra è un laboratorio politico, dove ha inizio la parabola del fascismo, con la fondazione dei fasci di combattimento il 23 marzo 1919..